Dal giorno della mia nascita respiro l’aria di questo pianeta, ma la matematica e la sequenza dei numeri l’hanno stabilita alcuni di noi. Quanti anni sono passati veramente? Quanta aria ho respirato e perché? Per vedere questo mondo o per assaporate il gusto di vivere?

 

L’aria era meglio prima! Le strade erano più sicure! La delinquenza non era così selvaggia e le stagioni erano ben distinte e facevano quattro turni l’anno. Le droghe si riducevano al vino e alle sigarette.

 

I morti di tumore ai polmoni, o di cirrosi epatica rientravano nella media accettabile, eccetera.

 

Ora mi chiedo io, qual è o quali sono le domande che mi devo porre per non sprecare il mio tempo e la mia vita?

 

Ecco, questa è la ragione per cui m’interesso di filosofia; leggo nei filosofi/e le domande che si sono poste durante la loro vita. Non solo i filosofi si sono fatti simili domande; anche alcuni mortali semplici: mia madre, ottanta anni, dice ad esempio “si fa tanto nella vita, e poi si deve morire”.

 

A questo punto io mi chiedo quali sono le domande veramente importanti che debba imparare a pormi. Saprò rispondermi? Sono domande serie, o corro dietro alla mia vanità?

 

Quale autore mi può indicare la via? O sarà una religione a darmi le risposte giuste? Se il cervello mi gira come una giostra e non mi raccapezzo più dall’andirivieni dei pensieri che ci volano dentro come le mosche, allora so che è il momento giusto per fermarmi e per guardare i mie pensieri; ne conto il numero e guardo il letamaio che li attira.

 

Quel letamaio è una parte di me, le mosche sono le mie e se un giorno saranno stanche, ecco che si poseranno sul letamaio e dormiranno un po’, sino al punto in cui io le risveglierò.

 

È proprio in quei brevi momenti in cui le mosche dormono che io posso dare una risposta, magari piccola o incompleta, alle domande che per me sono veramente importanti. Avrò dovuto attendere molto tempo perché i pensieri, alcune volte, sono delle mosche molto fastidiose e non si stancano mai, anzi , si riempiono di stimolanti e si moltiplicano sempre di più.

 

Forse dovrò occuparmi anche del letamaio e non solo delle mosche, perché, senza letamaio, volerebbero altrove.

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